mercoledì 29 febbraio 2012

mr.Tambourine man


Già la sentivi nell'aria...la Primavera che stava arrivando
la stessa che scandiva gli anni e percorreva i secoli
di quelle pietre antiche, gonfie di vite vissute e perdute
tra falsi toni di luce e colori e odori, e umori
di sterco di cani e piccioni.
...Quanto dolore, piccolo uomo dagli occhi chiari come il niente.
Barcollante, indeciso e sognante /immagine stanca
Abbracciasti la morte e sognasti l'amore
Mentre il mondo cantava e  intorno fiorivano le viole
Mentre il giorno moriva lentamente dentro la tua solitudine.
...Povero, piccolo uomo dagli occhi chiari come il niente.


mr.Tambourine Man

martedì 20 dicembre 2011

Gatto


 

Lo notai che annusava la ghiaia del cortile come un cane da tartufo, sembrava indemoniato...infine ingoiava tutto ciò che ai limiti della decenza poteva definirsi commestibile.
Carta, mozziconi di sigarette, materiale organico di difficile intuizione...lui odorava e divorava con la stessa (accertata) voracità di chi stava morendo di fame.
Lo chiamai..Gatto.
Non potevo e non volevo dare un nome a quello stupido animale che così caparbiamente era apparso a disturbare il mio menage quotidiano.
Non doveva permettersi, quell'inutile e pidocchioso, bastardo e randagio, di intaccare per un solo attimo il mio fragile equilibrio emotivo; così faticosamente costruito ad arte per sopravvivere con decenza all'ombra lunga e scura che sovrastava minacciosa le mie paure e le mie incertezze.
-Mi scoprii a piangere come un bambino, quando quel giorno ti ritrovai...disteso e morto sulla ghiaia del nostro primo incontro.
Confesso che ti ho voluto bene, piccolo bastardo/affamato/ammalato e inutile.
A nulla sono servite le mie cure e il mio amore.
A nulla è servito chiamarti "gatto".-